venerdì 29 novembre 2013

Miniere in discariche di rifiuti tossici

Le miniere siciliane trasformate in discariche di rifiuti tossici, l'Unione regionale Province siciliane ha individuato i nomi e le zone a rischio. Le campagne famose per lo zolfo e la salgemma diventate centri di radioattività, i tumori che in provincia di Caltanissetta superano di gran lunga la media nazionale.

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La Terra dei Fuochi al centro (giustamente) dell'opinione pubblica, altre terre dove in silenzio si verifica lo stesso scempio, i tumori colpiscono in maniera costante la provincia di Caltanissetta, un vero e proprio picco, 3.788 tra il 2007 e il 2009. La Stampa apre questa mattina con questa inchiesta sulle "miniere di Rosso Malpelo ridotte a discariche di veleni", su una terra di misteri, omertà e silenzi. Perchè questo numero impressionante di tumori, di molto superiore alla media nazionale di 1.260? Anche qui ci sono dichiarazioni di pentiti di mafia, Leonardo Messina, capomastro nella miniera di Pasquasia, in provincia di Enna aveva dichiarato a Paolo Borsellino che Cosa Nostra in quelle gallerie ci aveva nascosto i peggiori rifiuti tossici d’Europa, portando alla chiusura della cava nel 1992.

Un tempo erano lo zolfo e la salgemma a contraddistinguere lo sviluppo economico delle campagne, adesso ad affossarle ci ha pensato ancora una volta l'uomo, che, nell'ultimo secolo, le ha riempite di scorie, polveri,reflui liquidi, metalli pesanti, materiali radioattivi. Ad ammettere l'esistenza del problema anche il direttore dell'Agenzia regionale protezione ambiente, Francesco Licata di Baucina: «L’emergenza dei rifiuti tossici esiste e noi abbiamo un monitoraggio di molti dei siti che con tutta probabilità sono caratterizzati da contaminazioni nel sottosuolo».

 

MINIERE E DISCARICHE - Il direttore ha menzionato per prime quattro vecchie discariche ad Agrigento, Enna, Gela e Messina. Ma è solo l’inizio, il grosso è nel sottosuolo. Sono 691 le miniere abbandonate, dedali e pozzi.  Secondo la commissione per le miniere dismesse dell’Unione regionale Province siciliane, nella lista nera ce ne sono cinque. La prima è Pasquasia a Enna, un tempo fiore all'occhiello nel mondo per i sali potassici e oggi al centro di ogni sospetto con alti tassi di radioattività, verbali secretati e testimonianze su esperimenti mai chiarite. La seconda è quella di Bosco Palo, nel ventre dell’Isola, tra Serradifalco e San Cataldo. Ben 69 decessi in questa miniera, 31 per cancro, due dei tre pozzi, a 14 anni dalla dismissione, fuorono trovati aperti e un vigile urbano nel 1990 notò una fila di container pronti a scaricare illegalmente rifiuti speciali ospedalieri le cui tracce furono ritrovate in un casolare misterioso pieno di documenti bruciacchiati. Si chiamava Gaetano Butera e il passato dipinge un'amara realtà: è morto pure lui, pochi mesi fa, di cancro. Anche il lago inserito tra le riserve per la nidificazione degli uccelli presenta tassi di radioattività allarmanti. Le altre due miniere sono Raineri, a Mussomeli e la cava San Giuseppe, tra i paesi di Melilli e Augusta, e la Ciavolotta ad Agrigento, a due passi dalla Valle dei Templi.

 

POLITICA - Il deputato di Sel Erasmo Palazzotto ha presentato un'interrogazione al governo: «Appare logico ipotizzare che l’area mineraria dismessa tra Enna e Caltanissetta possa essere l’area finale dello stoccaggio illegale di rifiuti speciali», mentre all’Assemblea regionale siciliana il Movimento 5Stelle ha ottenuto la costituzione di una sottocommissione d’inchiesta. Un allarme che d'altronde c'è da tempo, già nel 1999 Legambiente calcolava che in Sicilia si producevano 47 mila tonnellate di scorie tossiche e nocive, ma ne venivano smaltite oltre 90 mila, i primi veleni domestici, gli altri di importazione.Se trovi questo articolo su un blog diverso da "net1news.org" si tratta probabilmente di una copia non autorizzata. L'indirizzo originale di questo articolo è: Sicilia, miniere come discariche di rifiuti tossici: ecco le zone a rischio scritto da Net1news.

http://www.net1news.org/cronaca/sicilia-miniere-come-discariche-di-rifiuti-tossici-ecco-zone-a-rischio.html

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Italia & Alluminio

l'Italia, a pari merito con la Germania, è leader in Europa nell'industria del riciclo dell'alluminio? E che a livello mondiale si colloca al terzo posto dopo Stati Uniti e Giappone? Il Cial, Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero dell'Alluminio, riferisce che nel 2008 in Italia è stato recuperato il 63,6% degli imballaggi in alluminio immessi sul mercato, percentuale che tradotta in quantità significa 42.200 tonnellate. Di queste, 38.500 sono state riciclate. Sempre il Cial stima che se lo stesso quantitativo di alluminio fosse stato estratto dalla bauxite, sarebbero state emesse 395.000 tonnellate di anidride carbonica in più e il consumo energetico sarebbe stato superiore di 143.000 tonnellate equivalenti di petrolio