giovedì 28 aprile 2011

Il 2010 dei rifiuti speciali

Il 2010 dei rifiuti speciali (Clicca sul testo per legg. tutto l'articolo)
Il presidente dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), Bernardo De Bernardinis, ha finalmente presentato (con quasi un anno di ritardo) il rapporto 2010 sui rifiuti speciali. Il rapporto sui rifiuti in Italia 2010, infatti, era comparso senza il capitolo più importante: quello dedicato ai rifiuti speciali, lasciando l'Italia nello sconcerto di non avere neanche dati ufficiali a disposizione. In pieno 2011, arriva il rapporto 2010, basato sui dati del 2007 e 2008.
Nel dossier messo a punto dall'Ispra, ricco di dati, si parla della produzione di rifiuti speciali, della loro gestione anche a livello regionale, delle criticità, del trasporto transfrontaliero, delle apparecchiature elettroniche, oltre che dei rifiuti contenenti amianto e di impianti, discariche e inceneritori operanti a livello nazionale.
Il primo dato che salta all'occhio, un po' ingannevolmente, è il calo della produzione di rifiuti speciali pericolosi, molto evidenziata dalla stampa come un grande successo nazionale, probabilmente per bilanciare il notevole aumento della quantità totale di rifiuti speciali prodotti. E' bene quindi evidenziare fin da subito come questo calo, di quasi 70.000 tonnellate, corrisponde appena allo 0.6% in meno rispetto ai rifiuti speciali prodotti nel 2006.

Italia & Alluminio

l'Italia, a pari merito con la Germania, è leader in Europa nell'industria del riciclo dell'alluminio? E che a livello mondiale si colloca al terzo posto dopo Stati Uniti e Giappone? Il Cial, Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero dell'Alluminio, riferisce che nel 2008 in Italia è stato recuperato il 63,6% degli imballaggi in alluminio immessi sul mercato, percentuale che tradotta in quantità significa 42.200 tonnellate. Di queste, 38.500 sono state riciclate. Sempre il Cial stima che se lo stesso quantitativo di alluminio fosse stato estratto dalla bauxite, sarebbero state emesse 395.000 tonnellate di anidride carbonica in più e il consumo energetico sarebbe stato superiore di 143.000 tonnellate equivalenti di petrolio